Maurizio Biancarelli-Parco Naturale Adamello-Brenta, Trentino

La baita Matarot in Val di Genova
Ho accolto con molto piacere l’opportunità di fotografare questo bellissimo angolo di Trentino, tanto più perché si è trattato di una esperienza condivisa con Luciano Gaudenzio e Marco Rossitti, il nostro regista, e con la troupe che lo accompagna durante le riprese delle nostre missioni.
Una missione importante in uno dei parchi più vasti e affascinanti delle Alpi, nel quale sono presenti due massicci molto diversi tra di loro: il gruppo Adamello-Presanella, costituito da rocce magmatiche, (un esempio delle quali è la tonalite, simile nell'aspetto al granito), e il Brenta, catena invece costituita da rocce dolomitiche. 
Vasti boschi coprono le vallate montuose e non mancano ghiacciai (il più ampio delle Alpi italiane è proprio quello dell’Adamello), cascate, torrenti limpidi e laghi piccoli e grandi disseminati un po' dovunque e circondati, spesso, da panorami mozzafiato. 
Trentino Sviluppo e le APT hanno garantito assistenza e ospitalità, fondamentali per riuscire ad organizzare al meglio il lavoro. Un ringraziamento sentito va dunque alla loro collaborazione.


7-10 ottobre 2014

Arrivo a Pinzolo la sera del 7 ottobre dopo aver percorso 600 km tra autostrada e strade di montagna, giusto in tempo per la cena. Il viaggio è stato impegnativo anche perché sono reduce da un viaggio bello ma impegnativo in Islanda.
Ritrovo con piacere volti amici e l’atmosfera è quella eccitata delle grandi occasioni: Luciano e gli altri sono arrivati un paio di giorni prima e mi raccontano che l’alba all’altipiano del Grostè è stata magnifica quella mattina: bella luce rosata e nuvole giuste per foto d’atmosfera, le aspettative quindi non sono andate deluse. 
Mi fa piacere, saranno nuove belle foto per il progetto, anche se, allo stesso tempo,  mi rammarico di avere perso per un soffio una bella opportunità.
Le previsioni per i giorni  seguenti non sono rosee: purtroppo le perturbazioni atlantiche si susseguono ininterrotte, non resta che sperare in qualche pausa che ci permetta di lavorare. 
Non c’è niente di più frustrante che trovarsi in un luogo magnifico, a centinaia di chilometri da casa, e non riuscire neppure a vedere i contorni delle montagne a causa delle nubi che gravano insistentemente sulle vette.
Il mattino successivo, all’orario concordato, arriva Giuseppe, la nostra guida, per accompagnarci in Val di Genova, una delle più belle del parco. 
Purtroppo piove e  nuvole basse ristagnano compatte sui pendii. Tentiamo subito qualche scatto all’ingresso della vallata, ma la luce è pessima. Proseguiamo inoltrandoci per chilometri mentre Giuseppe, appassionato e informato, ci racconta dettagli interessanti sulla natura del parco. Dopo qualche breve sosta fotografica arriviamo quasi in cima alla testata della valle, parcheggiamo e saliamo a piedi fino alla baita Matarot. 
Nuvole basse e pioggerella, ma anche i primi colori dell’autunno sui larici. Il torrente è gonfio d’acqua, costeggiandolo trovo qualche rana temporaria che saltella e si sposta sulla riva. Una alla fine decide di fermarsi e fa bella mostra di sé comodamente acquattata sopra un umido ciottolo di tonalite. Un connubio perfetto, troppo invitante per resistere, mi abbasso e faccio qualche scatto.
Gironzoliamo un bel po' alla ricerca di qualche inquadratura, cerchiamo di sfruttare le possibilità offerte dalla mattinata uggiosa, anche Marco si dà da fare e ci invita a collaborare, dandoci istruzioni per effettuare alcune riprese mentre camminiamo e scattiamo foto. 
Dopo un bel pezzo scendiamo di nuovo alla macchina e torniamo lentamente indietro, ma un tratto di bosco ammantato di nebbia attrae la nostra attenzione. Luciano ed io decidiamo d’impulso di tentare qualche scatto, insieme ad Andrea e Francesco, che utilizzano il drone. 
È quasi ora di pranzo, non abbiamo portato niente da mangiare con noi, ma la voglia di fare prevale sulla fame, il pranzo è rimandato, ci accordiamo con il resto della troupe che andrà a fare provviste, ci ritroveremo e mangeremo poi tutti assieme nel pomeriggio. 



La giornata prosegue con un tempo che si mantiene grigio, ma non ci arrendiamo e facciamo tutto il possibile cercando di sfruttare le condizioni che abbiamo per fissare immagini autunnali anche se ciascuno in cuor suo sogna di avere la bacchetta magica per aprire nel cielo grigio un bel varco che, di colpo,  diffonda luce, vita e magia nel paesaggio maestoso ma plumbeo e un po' opprimente.
Anche il drone non collabora, ha smesso di funzionare; trovo lungo il sentiero Andrea e Francesco che stanno trafficando per cercare di riattivarlo.  
Nei giorni seguenti il ritmo di lavoro si mantiene costante: alzate antelucane, breve sosta nel mezzo della giornata e poi di nuovo fuori fino al tramonto.
Ogni volta scegliamo nuove location, ci facciamo consigliare da Giuseppe, alla cui conoscenza dei luoghi ci affidiamo volentieri, la sua esperienza è per noi fondamentale nel programmare il lavoro. 
La visita al lago di Valdagola è stata per me una delle più fruttuose di questa missione di inizio ottobre. Lungo le rive nuclei di faggi in veste autunnale si inseriscono come macchie di colore tra le scure cortine di abeti. Ravvivano l’ambiente e testimoniano della varietà e ricchezza del manto vegetale di queste montagne. 
Passiamo diverso tempo a perlustrarne lentamente le rive, felici di scoprire in angoli diversi inquadrature interessanti, riflessi e colori. A tratti nel cielo si aprono temporanei varchi, fasci di luce ravvivano l’ambiente e sollevano il nostro umore.
Alla fine però il cielo si richiude, ricomincia a piovere, e lentamente torniamo verso le macchine, lo stomaco reclama e il pasto caldo e l’accoglienza calorosa ricevuta nella vicina foresteria del parco sono proprio benvenuti.


Il lago di Valdagola
I giorni passano e la luce, che speravamo di trovare buona almeno in qualche occasione, non è mai saltata fuori sul serio. Anche la prevista uscita con l’elicottero per le riprese dall’alto è stata rinviata per le condizioni meteorologiche sfavorevoli. 
Dalla locale APT ce lo comunica Alberta, che insieme a Walter, si sta prodigando con passione per la riuscita al meglio del nostro lavoro.
Pazienza, è andata così, poteva andare meglio, ma qualcosa di buono comunque abbiamo ottenuto e poi in programma c’è già un ritorno. Tra una decina di giorni saremo ancora qui. Luciano verrà di sicuro e anch’io cercherò di fare tutto il possibile per essere presente almeno per qualche giorno.
Tenteremo ancora le sorti, sperando di trovare stavolta condizioni più favorevoli.