La stretta fenditura sembra una ferita aperta sulla pelle ruvida e rugosa di un enorme dinosauro. Al suo interno, un flusso ininterrotto di lava color rubino scorre tra sbuffi di vapore puzzolente, si incanala in un tunnel di roccia e scompare alla vista per riemergere poco più a valle e proseguire la sua discesa seguendo il profilo del pendio. Un fiume rosso che scende formando una linea sinuosa, indifferente e sicuro, niente sembra in grado di fermarlo.
Il calore è insopportabile e costringe a tenere le distanze, anche se lo spettacolo ha qualcosa di ipnotico: gli occhi non riescono a staccarsi da quel fluido denso e incandescente che proviene dalle viscere della terra. I suoni ancestrali che lo accompagnano, cupi o sibilanti, arrivano improvvisi, a intervalli irregolari, e fanno sussultare e venire la pelle d’oca.
Il calore è insopportabile e costringe a tenere le distanze, anche se lo spettacolo ha qualcosa di ipnotico: gli occhi non riescono a staccarsi da quel fluido denso e incandescente che proviene dalle viscere della terra. I suoni ancestrali che lo accompagnano, cupi o sibilanti, arrivano improvvisi, a intervalli irregolari, e fanno sussultare e venire la pelle d’oca.
Sono con Luciano Gaudenzio e altri amici, ci troviamo sull’Etna a oltre 3000 metri di fronte a questa bocca eruttiva in piena attività, uno spettacolo unico, che ci riporta ai primordi della Terra, affascinante e inquietante, come la Natura sa essere quando decide di mostrare la sua potenza inimmaginabile.
Sono emozionato, salire è stato faticoso per il dislivello, ma soprattutto per aver dovuto attraversare gli ammassi caotici di diversi campi di lava, residui più o meno recenti di passate eruzioni. L’emozione fa però presto dimenticare la fatica.
Capisco di non essere per niente preparato a quanto vedo: ero venuto senza particolari aspettative e la mia reazione un po’ mi sorprende. Ma anche Luciano, che sta di fianco a me, è coinvolto, ci scambiamo brevi frasi, facciamo previsioni sul momento migliore per scattare un’ immagine che non poteva mancare nel nostro progetto.
Ma, al di là di questo, quella che resterà impressa è l’esperienza vissuta e condivisa, un’altra delle tante, straordinarie opportunità che il progetto L’Altroversante ci ha concesso di vivere.
Bellissima esperienza, l'Etna vi ha mostrato la sua energia riservandovi un fortunato momento di intima bellezza, fatica ampiamente ripagata.
RispondiEliminaÈ vero Salvo, siamo stati fortunati e privilegiati; grazie anche a te e Antonio per l'aiuto senza il quale non avremmo vissuto questa esperienza
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