Bruno D'Amicis - L'immagine raccontata - Nero gioiello



Sembra quasi un giocattolo di gomma o una caramella alla liquirizia… in realtà la piccola salamandra alpina (Salamandra atra) è uno dei gioielli più preziosi della nostra fauna di montagna. 
Come tutte le altre specie di anfibi, anche questa salamandra ha delle necessità ecologiche ben definite che ne limitano la distribuzione sull'arco alpino. Non si trova dappertutto, ma localmente può essere anche molto abbondante. Ghiaioni o sfasciumi di rocce, umidità, stillicidio e temperature fresche, sempre in ambienti montani e lontani dalla copertura arborea: questi gli ingredienti per la presenza di questo animale.

Durante la mia recente missione nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, in Veneto, durante un pomeriggio piovoso e molto umido, poco adatto a fotografare paesaggi, sono stato accompagnato dagli amici Bruno Boz (con famiglia) e Giacomo De Donà per cercare di incontrare o, meglio, per dare un appuntamento a questo animale meraviglioso. Abbiamo risalito una valle promettente, camminando parecchio di più di quanto previsto. Ben presto, tra maglia e schienale dello zaino, eravamo un bagno di sudore. Nonostante il desiderio di trovarla fosse grande, iniziavamo a chiederci se ne valesse la pena. Il sentiero stretto si snodava nel bosco con continui saliscendi e curve. Non sembrava avere fine: era come camminare sulla pelle di un serpente. La pioggia aveva gonfiato il fiume e invitato allo scoperto le salamandre pezzate, cugine pagliaccio della piccola atra. L'abbondanza di queste ultime una sorpresa per un "appenninico" come me. Dalle mie parti, rari incontri con le salamandre fanno ahimè sempre più notizia...

Arrivati nella zona in cui concentrare le ricerche, ci siamo sparpagliati sul versante più umido e fresco. Dopo una ventina di minuti di vane ricerche, il morale era già sceso e iniziavo a sentire tutta la stanchezza dei giorni precedenti. Più per puntiglio che altro, abbiamo deciso di proseguire ancora lungo il sentiero per qualche centinaio di metri.

Ecco che Giacomo, insieme al piccolo e attentissimo Matteo Boz, ci fanno cenno di raggiungerli: ne avevano trovata una! Montiamo le attrezzature per scattare qualche immagine mentre il cielo promette un altro scroscio di pioggia. Io provo a controllare più avanti ancora e, sotto una felce, belle in mostra ne trovo altre due. Iniziamo a guardarci intorno e ne contiamo a decine. Immobili o attive, sopra una pietra o nascoste dalla vegetazione. Una vera festa anfibia!

Difficile esporre per questi animali nero-inchiostro sulle rocce riflettenti. Provo di tutto: grandangolare spinto e macro. Alla fine, la foto che mi convince di più è questa: l'animale nel suo contesto di rocce e acqua. Elegantissimo. 

Nel frattempo le nuvole si sono spostate e il temporale si allontana. L'aria si fa più fresca e inizia a soffiare il vento. Le rocce si stanno asciugando e, come per magia, dove prima erano decine di salamandre, ora se ne contano giusto un paio. 
Questa è la vera magia della natura, quando concede i propri doni. E io sono felice di quel pomeriggio, perché l’Altro Versante non è solo un viaggio tra paesaggi mozzafiato e luci incredibili, ma anche un omaggio al piacere della ricerca e all'emozione della scoperta.

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