Maurizio Biancarelli-L'immagine raccontata: Gole della Rossa, l'inizio di un percorso

Il paesino di Pierosara nel Parco regionale delle Gole della Rossa, Marche

Nel marzo del 2014, con la prima missione nel Parco Regionale delle Gole della Rossa nelle Marche,  ho iniziato il mio percorso per il progetto L’Altroversante. Entusiasmo alle stelle, voglia di fare e di scoprire. 
Ora, dopo due anni abbondanti, provo a guardare indietro, a fare un bilancio, anche se parziale, perché il lavoro non è ancora terminato e altre missioni mi aspettano.
Ho visitato molti luoghi, alcuni conosciuti e frequentati altri più piccoli e meno noti. 
Ho conosciuto molte persone che in quei luoghi vivono e lavorano: direttori dei parchi, funzionari, guardaparco, pastori, ricercatori. Parlando sono emersi passione, preoccupazioni, problemi e speranze che mi hanno fatto conoscere aspetti più profondi dell’ambiente dove queste persone operano, luoghi che io non conoscevo prima e che ho potuto visitare grazie a l’Altroversante.
Un’esperienza umana che mi ha arricchito e che ha reso evidente l’interazione tra uomo e natura, che da sempre ha contribuito a modellare e trasformare il paesaggio. Purtroppo non sempre nella maniera migliore, ne abbiamo parlato un po' tutti noi tre fotografi nei nostri blog. Forse troppo poco, soprattutto per quanto mi riguarda. Ritengo che, non essendo il nostro un lavoro di denuncia, il messaggio che dobbiamo trasmettere debba essere positivo; il catastrofismo ottiene sempre  il risultato di provocare indifferenza e fatalismo. Ma non si possono tacere i problemi che esistono e che sono palesi. Certe ferite inferte in luoghi incantati rimangono impresse, non si dimenticano e rendono evidente come le battaglie per la difesa dell’ambiente contro indifferenza, inciviltà, ignoranza, interessi oscuri andranno avanti per tanto tempo ancora.
Ma la bellezza prevale in tanti dei luoghi visitati, è lì  a disposizione di chi vuole coglierla ed è questa consapevolezza che deve risvegliare in noi la voglia di andare a vederla, di toccarla con mano e di difenderla, se necessario.
Quando penso ai luoghi fotografati, mi tornano più spesso in mente quelli piccoli, appartati, poco conosciuti. Non che non apprezzi la spettacolarità delle grandi montagne alpine e appenniniche, ma forse mi viene più facile connettermi con quelli mai visitati prima o di cui ignoravo perfino l’esistenza, perché risvegliano in me stupore e sorpresa e stimolano la mia voglia di esplorare. Penso alle Gole della Rossa, con le sue grotte, le grandiose pareti calcaree, le valli boscose appartate e silenziose, anche se poste a poca distanza da strade, ferrovia, cave. In Sicilia l’altipiano di Argimusco con i suoi megaliti dai profili inquietanti, il canyon di Cavagrande del Cassibile negli altipiani iblei, dove natura e testimonianze storiche si fondono in un connubio perfetto. ll Bosco di Sasseto nel Lazio, con i suoi alberi monumentali e le atmosfere senza tempo. 
Insomma il bilancio è positivo e, pur nelle inevitabili difficoltà connesse alla realizzazione di un progetto complesso e ambizioso, l’entusiasmo non è calato. 
Nuove missioni e nuove esperienze all’orizzonte quindi, per dare una visione la più completa possibile dello straordinario, variegato paesaggio delle montagne italiane. Un patrimonio comune di valore inestimabile, apprezzato il tutto il mondo, da conoscere ed amare.



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