Maurizio Biancarelli - Gole della Rossa e di Frasassi Cuore di roccia - terza parte -

Panoramica dell'ingresso roccioso di Valle Scappuccia
24 aprile 2014

Ha piovuto tutta la  notte precedente e anche stamattina continua. Il tempo scorre lento nel camper. 
Dopo aver dato una sistematina alle foto, ascoltato un pò la radio resta tanto tempo per leggere, ma ogni tanto dò un’occhiata attorno. C’è sempre qualche sorpresa, come la coppia di gheppi che nidifica in un vecchio casolare abbandonato, in una feritoia usata chissà quanto tempo fa dai piccioni.
Nel tardo pomeriggio finalmente il tempo migliora, decido di tentare e mi avvio verso la bella e solitaria Valle Scappuccia. Ho già fotografato il suo ingresso- una spettacolare volta rocciosa creata nel tempo dal torrente omonimo-, ora mi piacerebbe  farlo  dall’alto per avere una veduta d’insieme dei boschi che la ricoprono per tutta la sua estensione. 
Mentre cammino lungo il sentiero penso che, come sempre succede in Italia, questo parco non è certo pura wilderness. Una strada importante in fase di ampliamento e una linea ferroviaria intersecano la vallata principale e anche le ferite delle cave sulle pareti calcaree sono evidenti. Basta però allontanarsi solo un pò per ritrovare luoghi appartati dove il tempo sembra essersi fermato ed è ancora possibile ascoltare intatti i suoni e i silenzi della natura.
Tra tutti questi luoghi la mia preferenza va senza esitazione proprio alla Valle Scappuccia. 

Intanto avanzo e quando raggiungo il punto desiderato qualche provvidenziale raggio di sole si fa strada, anche se a fatica, tra i nuvoloni, regalandomi chiazze di luce sulle vallate e sui pendii boscosi, dove il verde scuro dei lecci contrasta piacevolmente col quello tenue di ornielli e querce. 
L’aria è limpida, il paesaggio si spinge fino alla catena dell’Appennino e l’atmosfera della foto mi piace, la sento vicina alla mia visione di questo luogo particolare, ameno e selvaggio allo stesso tempo.
Dopo aver fatto diversi scatti, mi giro verso una falesia non troppo lontana sulla mia sinistra e mi accorgo che un falco pellegrino se ne sta lì appollaiato. 
Nel binocolo lo vedo bene, è solido e compatto,  rivolto verso di me e mi sta osservando da chissà quanto tempo con l’aria di chi si sente sicuro e a casa propria.

Dopotutto non sono altro che un intruso, e, come tale,  meglio tenermi d’occhio.


La verde Valle Scappuccia 
27 aprile 2014

L’idea è di fotografare dalla vetta di monte Murano, da una prospettiva nuova per me. Per questo ho pernottato in quota, ma al risveglio le condizioni atmosferiche non sono quelle che mi auguravo, c’è troppo vento e foschia e allora decido di mettere in atto il piano B. 
Scendo perciò di quota verso fondovalle per vedere se le cose migliorano, vorrei sfruttare ogni possibilità. 
A dire il vero non sono troppo ottimista e siccome stamattina non ho nessuna voglia di preparare la colazione nel camper ho fatto già un pensierino su un bel cappuccino caldo al primo bar aperto. 
Proprio prima del paese però qualcosa succede davvero. Nuvole interessanti si stanno addensando sopra le Gole della Rossa e isolati banchi di nebbia si muovono lenti risalendo lungo gli affilati contorni rocciosi, scuri in controluce.
L’ora è ancora giusta, la luce promettente, l’umore sale di colpo. Scendo e comincio a scattare in quella che si sta rivelando una buona occasione inaspettata e, come tale,  da cogliere al volo. 
Passo quasi un’ora a fotografare, poi riprendo il mezzo e scendo a valle. 
Adesso il cappuccino è proprio meritato.


Banchi di nebbia sui profili affilati delle Gole della Rossa

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