Maurizio Biancarelli - Parco Regionale Gole della Rossa e di Frasassi Cuore di roccia - prima parte -

La luce rosa dell'alba si riflette all'interno di una cavità rocciosa

Il Parco regionale Gole della Rossa e di Frasassi, nelle Marche, rappresenta per me l’altro versante sotto diversi  punti di vista. Dal punto di vista fisico-geografico, perché quest’area è situata nel versante opposto dell’Appennino rispetto a quello umbro dove vivo e dal punto di vista vero e proprio del progetto L’Altro Versante. 
Ho infatti attraversato tante volte in macchina le vertiginose pareti calcaree  ammirandole e ripromettendomi di venire a fotografarle come meritavano, ma non l’ho mai fatto. Ci voleva proprio questo progetto per farmi decidere. E voglio iniziare proprio da qui, questa sarà la mia prima missione.
Vista la relativa vicinanza, ho pensato di fare prima qualche sopralluogo per avere un’idea della zona e poi di raggiungerlo nelle giornate con le condizioni atmosferiche più promettenti.

12 marzo 2014.

Erba vetriola Parietaria  officinalis all'ingresso di una grotta
Questa mattina ho fatto la mia prima escursione partendo dal paesino di Pierosara, poche case aggrappate alla cima di un rilievo, in posizione panoramica nel cuore del parco. 
Con la carta e le informazioni ricevute con piacere presso il centro visite  dallo stesso direttore del parco Massimiliano Scotti, che si è subito interessato ed ha molto apprezzato il progetto, vado verso il Foro degli Occhialoni e la grotta di Mezzogiorno. 
Il sentiero è piacevole ed io sono euforico e curioso. 
In poco più di mezz’ora sono sul posto: grotte, cavità, sculture di varia foggia nel possente calcare candido. L’erosione ha creato un mondo tormentato, sorprendente e ricco, che culmina nelle famose, spettacolari grotte di Frasassi ben note a migliaia di turisti. 
Ma le meraviglie carsiche sono dislocate un pò dovunque e scoprirle lontano dalla folla ha un sapore diverso, almeno per me.
Mi colpisce, vicino all’ingresso di una delle grotte la presenza di erba vetriola Parietaria officinalis. Non è certo una rarità, anzi e’ una specie diffusa in ambienti ombrosi e ricchi di azoto, ma qui i piccoli cespugli sono disposti in belle file regolari lungo le ondulazioni del terreno, ed è verdissima vista in controluce. 
Decido subito che vale la pena di fare qualche scatto e, alla fine, passo parecchio tempo a cercare il giusto punto di ripresa. 
Mentre torno indietro rifletto sulle potenzialità del luogo, che mi ha affascinato e decido di tornare una mattina molto presto per sfruttare la prima luce dell’alba.

Uno sguardo inquietante. Cavità nella roccia calcarea

21 marzo 2014

La sveglia suona alle quattro di mattina. Ho dormito nel camper a Pierosara, un bel sonno lungo favorito da un silenzio divino, ma prima di partire voglio dare un’occhiata al cielo. Mezzo addormentato sollevo l’oblò: una zaffata di aria fresca e un meraviglioso cielo stellato mi accolgono. E’ proprio quello che aspettavo. Chiudo veloce l’oblò, salto giù dal letto e, dopo una bella colazione, sono sul sentiero ancora avvolto dall’oscurità della notte. Forse è troppo presto, ma non fa niente, proverò qualche scatto notturno. 
Quando arrivo in effetti è ancora buio e ne approfitto per qualche foto al cielo stellato dall’ingresso di una grotta.  Non appena inizia a schiarire mi sposto, anzi mi arrampico verso una bella cavità, liscia e regolare, che avevo notato la volta precedente e dalla quale spero di tirare fuori qualcosa di buono. E’ più in alto, incassata su una  parete rocciosa piuttosto levigata. Vado su lento, cerco di non sbilanciarmi per il peso dello zaino ed evito accuratamente le insidiose parti bagnate e scivolose, che per fortuna si distinguono perché più scure di quelle asciutte. 

Il tempo è perfetto, al di là delle aspettative. L'aria è tersa e sulla valle aleggia uno spesso strato di nebbia che rappresenta una vera e propria ciliegina sulla torta. 
Mi sento fortunato, faccio molti scatti muovendomi nello spazio angusto della cavità, è difficile anche riuscire a sistemare bene il treppiede, ma cerco di approfittare della buona sorte e i risultati che appaiono nel monitor sembrano subito buoni.

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