Maurizio Biancarelli - Orridi di Uriezzo e Marmitte dei Giganti meraviglie di roccia - Piemonte




Dettaglio delle marmitte dei giganti

Fino a circa 12000 anni fa il grande ghiacciaio del Toce ricopriva la Valle Antigorio (provincia del Verbano-Cusio-Ossola), in Piemonte. A valle del ghiacciaio scendevano una serie di torrenti che,  con le loro acque vorticose, scavavano lentamente canyon sempre più profondi e stretti nella roccia viva. 
Col cambiamento climatico e col susseguente, progressivo ritiro dei ghiacciaio questo reticolo di canyon è stato abbandonato dalle acque e oggi è possibile percorrerlo tranquillamente a piedi.



Di ritorno da Devero, ho deciso di dedicare un paio di giorni a visitare questo angolo così particolare: infilarsi nel dedalo di strette pareti rocciose dominate  dall’oscurità e da un’atmosfera costantemente umida fa un certo effetto. È un po’ come visitare le viscere della terra e tornare indietro nel tempo di millenni. 
A tratti penso alla potenza della gran massa d’acqua che scorreva impetuosa dove ora mi sto insinuando e sento brividi lungo la schiena. 
Le pareti erose sono lisce e verdastre per la presenza di muschi, epatiche, felci  e altre piante amanti del clima umido. 
Marmitte dei Giganti
Ho deciso di visitarli tutti, e cammino da ore, mentre ogni tanto scatto delle foto nei punti che più attirano la mia attenzione. Tutt’attorno pareti levigate, messe in risalto dalla luce radente che scende perpendicolare, rocce come valve lisce di enormi conchiglie. Mi sento avvolto, osservo incuriosito ed estasiato. Nei punti più stretti una sensazione di disagio affiora, l’ambiente sembra improvvisamente estraneo e opprimente, ma è solo un attimo. La voglia di scoprire, di vedere oltre  vince. Avanzo quindi lentamente, in alcuni punti i passaggi sono così stretti da dover faticare non poco  per passare con lo zaino sulle spalle e il cielo di colpo scompare sostituito dall’incombere minaccioso delle rocce. È quasi buio, anche se siamo nel primo pomeriggio.
Mi piacciono molto i luoghi d’acqua e questo connubio tra roccia, elemento liquido,lento trascorrere del tempo, oscurità rende ancora più intrigante la scoperta degli Orridi di Uriezzo.
Mentre avanzo incontro anche un gruppo di turisti, non sono molti ma sento il loro vociare da lontano. Sono accompagnati da una guida; si trattengono un pò nel punto in cui mi sono fermato, ci salutiamo  e poi loro vanno avanti, proseguono il cammino mentre le voci si affievoliscono e poi spariscono del tutto.Il silenzio ora è tornato perfetto, niente lo interrompe.
Passo un intero pomeriggio a visitare un luogo dopo l’altro: orrido sud, orrido nord-est, orrido ovest. Faccio tutti gli spostamenti a piedi e, quando la sera torno al camper, sono decisamente stanco e pronto per una buona cena che mi rimetta in sesto prima della lunga, meritata dormita.
La giornata è stata produttiva, con una bella luce diffusa perfetta per fotografare nel fondo degli abissi rocciosi.

La mattina successiva resto in zona per visitare le Marmitte dei Giganti in località Verampio. Anche queste sono impressionanti forme erosive create dalla forza delle acque di fusione del ghiacciaio. I ciottoli e i detriti sbattuti dalle correnti contro le rocce hanno contribuito alla formazione di varie cavità emisferiche di grandezza e forme diverse. 
Pozza d'acqua scavata nella roccia
I colori della pietra, lo scorrere delle acque che formano salti e cascatelle sono i soggetti di questa lunga mattinata passata a spostarsi sulla riva a cercare i punti più interessanti. Anche oggi un cielo nuvoloso mi aiuta a ridurre il contrasto, devo solo stare attento a non mettere i piedi sul bagnato; scivolare è tutt’altro che impossibile e anche di recente qui sono successe delle disgrazie dovute ad imprudenza e disattenzione. 
Cerco punti di ripresa diversi, anche a livello dell’acqua, provo con varie ottiche, sono affascinato da forme e colori che, specie se visti dall’alto, tendono a creare immagini astratte. È sempre bello ed efficace affiancare nel mirino un elemento sfuggente, in perenne moto caotico come l’acqua ai profili netti, ora duri e taglienti ora più morbidi, delle rocce.


Orridi di Uriezzo



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